163° A.U.C.

16/4/1996 - 13/9/1996

 

Carlo Fanti
Alessio Morelli
Andrea Romano
163° A.U.C.



 

 

 

 

 

 

 

 

 

Le tappe fondamentali

 

E’ il 23 Aprile. I più "fortunati" riescono ad avere una immediato contatto con la realtà che li circonderà per I successivi cinque mesi direttamente alla stazione, accolti dal sottotenente Angioni che li apostrofa: "Signori! Un militare parla solo se è interrogato!".

Alcuni hanno invece scelto la tecnica dell’ambientamento preventivo, decidendo di porre fine acon un giorno di anticipo alla propria libertà e pernottando in Caserma Cesare Battisti fin dalla sera del 22 (poveri disgraziati! Sono ancora convinti di concludere il corso con un giorno di anticipo!).

Altri invece entrano nel nuovo mondo in modo più soft, dalla carraia dove li attende un primo inquietante segnale: la sentinella che li ammonisce: " Da qui in avanti si corre sempre!"

L’incubo è iniziato!! Tutto ciò che segue non fa che confermare questa impressione: dagli assordanti ruggiti del sottotenente Rabuffi alla totale immobilità fisica forzata dovuta alle interminabili giornate di addestramento formale in abiti civili. E poi tosatura, la vestizione e il casermaggio (200 kg trascinati grazie a chissà quali oscure forze).

29 Aprile: tra gli allievi che pian piano cominciano ad ambientarsi inizia a serpeggiare il panico. Per la mattinata successiva è prevista la prima uscita con zaini. Le voci catastrofiche ipotizzano come meta la località di Pila.

Si sente qualcuno addirittura sussurrare un nome oscuro e già temuto: il monte Emilius.

Invece è ‘solo’ Pollein dove fino all’ora di cena ci si getta tra lo sterco di conigli e al ritorno, in caserma, qualcuno si ritrova con qualche pezzo di carne in meno.

2 Maggio: primo addestramento al tiro a Clou Neuf (anche detta Medjugourie in seguito alle frequenti mistiche apparizioni che ne segnano il tragitto).

23 Maggio: prima marcia del 163° corso. Meta: Chacotteyes. Per molti è la prima volta che viene superata la quota 2000 e nello stupore generale nessuno detona. Al ritorno in Cesare Battisti, il Tenente Vezzoli con voce paterna ci dice: ‘ Da oggi siete un po’ più alpini!’

2 Giugno: dopo gli interminabili giorni passati sotto il sole a marciare e a sbattere i piedi il 163° corso presta giuramento solenne a Courmayeur. Alcuni trattengono a stento il riso di fronte al patetico e sgrammaticato discorso del Generale. Altri sognano I giorni di licenza successivi. In pochi però si rendono conto che urlare al cielo: ‘Giuro’ significa regalarsi una nuova, stupenda ‘pista’: il servizio di guardia.

7 Giugno: la Compagnia viene svegliata nel cuore della notte da voci stonate che intonano: ‘Ciao seconda Compagnia, noi ce ne andiamo via!’: sono gli alievi del 162° Corso che hanno finito di patire. Per noi, appena tornati dalla licenza, è una mazzata non indifferente che però ci fa capire che la fine dell’incubo esiste!

12 Giugno: molti allievi iniziano ad avere la tragica conferma di essere capitati nel corso più sfigato della lunga storia della S.M.Alp.; dopo gli zaini avuti in dotazione, provenienti dall’alluvione del settembre precedente, ci si mette pure il malgaro che, avendo portato le vacche nella malga bassa del Menouve, costringe la Scuola Militare Alpina a spostare l’addestramento di una settimana e noi allievi a spalare la neve che impedisce il passaggio dei mezzi per raggiungere la malga alta.

2° Giugno: era stata annunciata come la notte più lunga nel senso che non sarebbe passata mai. E in effetti la difesa a tempo indeterminato si rivela essere eterna soprattutto per quei poveri storditi che tengono indossata la maschera anti-NBC per tutta la notte.

Il più rincoglionito di tutti è però Pestellini (futuro capocorso!) che, invece di sparare al tenente mentre sferra l’attacco, cerca di svegliare, inutilmente il suo compagno di appostamento (Berzeri!!).

24-25-26 giugno: L’attacco di squadra al Menouve verrà ricordato come uno dei momenti più terribili del corso. Non per i proiettili dell’MG che sfiorano l’orecchio del S.ten. Rabuffi, non per le bombe a mano tirate sui piedi, ma per il freddo polare e la totale assenza di sole che costringe ogni aquadra a desiderare che il proprio turno arrivi al più presto possibile, così da potersi riscaldare sbalzando.

9-10 Luglio: Pattuglia esplorante: il plotone fucilieri (soprattutto il secondo) si divertono spiando il nemico nella notte. I mortaisti e I controcarri intanto vegliano….

14-23 Luglio: Il campo marciante, così temuto da tutta la compagnia, si rivela essere invece uno dei momenti più belli di tutto il corso: innanzitutto perché I sottotenenti iniziano ad assumere un comportamento più umano e meno animalesco nei confronti degli allievi, che possono fruire addirittura ogni sera della libera uscita al bar del campeggio. E poi perché in fondo, durante questi 10 giorni abbiamo la possibilità di vivere (e marciare!) entro una cornice di monti davvero stupenda.

E l’ascesa al ghiacciaio del Ruitor, nonostante le bestemmie si sprechino, resterà nel cuore degli allievi per sempre.

29-30-31 Luglio: La pattuglia da combattimento del 163° Corso non verrà ricordata per i movimenti tattici, per I bivacchi, o per il trasferimento in elicottero.

Di lei sarà tramandato soprattutto il totale rispetto per la Convenzione di Ginevra da parte del S.ten.Pianezzola che, legati i prigionieri Donadoni e Ferrari ad un albero, ne cosparge i piedi nudi ed infreddoliti di miele. Sfortuna vuole che l’ape svolazzante attorno al piede di Donadoni non conosca il Diritto Bellico.

7 agosto: il combattimento nei centri abitati assume un ricordo un po’ sbiadito, in quanto precede di poco la licenza di ferragosto, senza dubbio il momento più gratificante di tutto il corso!!

28-29agosto: durante l’alzabandiera si stagliava davanti a noi imponente, gigantesco e minaccioso. Tutti dentro di noi sapevamo che prima o poi lassù ci saremmo dovuti arrivare. E adesso che ne abbiamo conquistato la vetta, adesso che cantando l’Inno d’Italia ci sembra un po’ più basso, anche il suo nome ha per noi un suono più dolce: Emilius.

4-6 settembre: Attacco a fuoco del plotone fucilieri: è l’attività finale del 163° Corso e questo spiega la gioia irrefrenabile che ci accompagna lungo la strada del ritorno, nonostante le imprecazioni mattutine del generale. In fondo I complimenti del Vez per noi valgono di più….!

20 Settembre: nel piazzale alzabandiera si alza in cielo un solo grido:

NEMO NOS RETINERE POTEST!!!!

 

 

 

 

 

dal Numero Unico del 163°

Camerata 10 Fux Bar

 

Cominciate con il toccarvi le palle!

Questa che andiamo or ora a presentare, infatti, e' la "camerata dei morti": forza effettiva in partenza di 8 allievi ufficiali, forza presente a fine corso di 5 allievi, di cui uno ormai moribondo per i motivi che poi diremo (leggi delusione amorosa).

L'alto tasso di mortalità', quasi il 50%, non ha pero' inficiato i componenti superstiti, che durante il corso si sono invece distinti per vitalità' ed efficienza.

Per attitudine alla critica ed allo svacco, questa camerata (con l'indispensabile contributo della dirimpettaia camerata 9 fux-bar) si e' autocostituita Nucleo Spirito Critico all'interno della compagnia, supporto sempre presente alle attivit… addestrative esterne (bere, mangiare, gozzovigliare, tacconare... e via addestrando).

La vitalita' che paradossalmente ha contraddistinto la "camerata dei morti" non si e' estrinsecata pero' solo nell'attivita' distruttiva del corso S.M.Alp., quanto piuttosto del lancio di un’attività' ricreativa di fine contrappello unica nel suo genere: spentesi le luci, dileguatesi gli Uniform e calato il silenzio, pesante come un macigno, entro le mura della caserma, si aprono le scatenate danze I.W.G. (I Wanna Gonna), che non temono rivali manco nelle più' calde discoteche della riviera romagnola. Per entrare nel magico e trascinante ritmo I.W.G. bastano pochi, indispensabili ingredienti: due o più' walkman, sintonizzati e dotati di cuffie, berretto climi artici o sciarpa a rete, occhiali mosca, petti nudi più' o meno villosi e tanta, tanta voglia di divertirsi...: il gioco e' fatto!

Allo scatenarsi a pieno volume della musica, silenziosissima, la camerata intera si trasforma in un prive' d'elite dal ritmo travolgente e dagli accenti dionisiaci, complici anche bottiglie di grappa o limoncino, una "mandria di bufali" a detta di quanti al piano inferiore subiscono, con danzatori armeni, uomini-cubo e ballerini del ventre guidati da musica-pompa e ritmo-dance arcani e silenziosi. L'atmosfera I.W.G. e' sempre incandescente e contagiosa, talche' spesso per un misterioso e tattico effetto NIGA, la contaminazione si espande alle altre camerate e oltre i confini di corridoio (oltrepassando il "cordone sanitario" del comando di compagnia) in un crescendo orgiastico che sembra non avere confini. Si vocifera che la I.W.G.-mania abbia gia' contagiato anche gli ultimi piani del Castello, mentre sembra ormai certo l'encomio solenne per i membri della camerata 10, fulgido esempio di vitalita' all'interno della gerontocrazia S.M.Alp.

Andiamo ora a conoscere piu' da vicino gli "encomiabili membri" FUX-BAR della camerata 10.

HONISCH FABRIZIO, portista e mortista, 1ø Letto a SX Anche se noto con il soprannome di Uomo-Tolla derivatogli dalla sua abilita' nel mixare solvente e detergente, il nostro amico "Hashish" e' pero' arcinoto in compagnia per lo "scarpohisch" che non deve chiedere mai, un fenomeno che, sebbene noto in tutti i suoi effetti, nessun tipo di bonifica CBR puo' arginare. Noi amici piu' stretti usiamo chiamarlo 'flebo', in quanto le sue battute risultano del tutto prive di umorismo ed il piu' delle volte dette a sproposito (stia vergognato!) NB E' l'unico in camerata allergico alle pornossi: sfigato il figlio che ricevera' una stecca di Topolini.

FOGAR FRANCO, tempista, 2øletto a SX Dalla barca ai monti ci e' giunto il Conte Ghiro Vien dal Mar, eclettico personaggio dalle mille risorse: capace di addormentarsi in qualsiasi situazione, lavandaia e sarta di camerata, forte di diplomi di cucito e valzer, detentore del record 'igienico' di 10 mutande per 9 giorni di campo marciante. Ci ha dovuto lasciare prematuramente per una frattura allo scafoide (neanche a dirlo "l'osso delle massaie"). Da quando non e' piu' tra noi la camerata ha ridotto do molto il proprio tasso di igiene personale: niente si lava, tutto si ricicla (persino il 'sukkia' ricicla le magliette v.o. dalla lisciviatura, e con questo abbiamo detto tutto!).

TUAN UMBERTO, incursore armadista, 3øletto a SX Pur friulano di origine (e gran bevitore) e milanese di adozione (e bevitore di Ramazzotti) e' un autentico terrone e come tale fondatore di una propria filosofia di vita che ha avuto largo seguito in camerata. Grande imitatore del tenente D'Ortenzio del quale ha assunto ormai l'idioma, a dire di Martocchia necessitera' al termine della S.M.Alp. di almeno un anno di disintossicazione da terronismo (senno' a Merano gli fanno il culo!)

SUKIASSIAN CARLO, scopatore davanzalista pistaiolo, 4ø letto a SX E' il perno polemico e pistaiolo della compagnia. Pur avendo eccellenti doti di guerriero armeno, finisce sempre a svolgere ruoli-minchia (plotoneBAR,squadre di sostegno, "la farina" a Clou Neuf). E' il fondatore del Sukianesimo, filosofia agli antipodi del Tuanesimo consistente nel "far pista" a tutti, sempre e comunque. Rinomato come "piccoletto rompicoglioni" anche in infermeria, al plotone comando, tra i VFP, gli ufficiali ed ormai anche oltre i confini della caserma, di lui si ricorda ancora con terrore il fortunatamente breve periodo da capocamerata ("Dio RE!"). Si ricorda anche come grande bestemmiatore nei momenti di crisi, a dire il vero assai frequenti (sali' al Menouve alto alternando Papa Delta e Delta Charlie, arranco' verso il rifugio Deffeyes negando ostinatamente l'esistenza di qualsiasi entit… divina). Tremate, o voi di Belluno!!

FANTI CARLO, ceretta e POA di Camerata, 1ø letto a DX E' cofondatore della piu' grande invenzione della storia della S.M.Alp.: Radio I.W.G. Resta memorabile la sua posizione di contrappello: faccia triste, profilo gobbuto, pancia a pera e gambe convesse. Nonostante l'estetica ha sempre svolto egregiamente lo strategico ruolo di POA di camerata, sventando innumerevoli infidi tentativi di inculata (leggi S.Ten Clerici e Rabuffi). Indimenticabile pure la trasformazione di "uomo cubo" dopo il Silenzio, ignaro delle nefandezze che nel frattempo la sua "Tappainerina" commette. Morale: 3 stelle sono sempre meglio di una, e per lui il corso S.M.Alp. e' durato 6 mesi (l'ultimo e' durato il doppio). E' tuttora considerato il piu' grande cultore di riviste inutili e costose (Applicando, Tuttomodellismo, Net, Informatica cos'e', Che Cazzo Ne SO.... e via spendendo).

VANTINI FRANCESCO corridoista 2øletto a DX Grande comunicatore e P.R. d'eccezione, da cui la nomina a corridoista ufficiale (visto che in camerata era di intralcio), fu anche chierichetto, confessore e veterinario delle bbestie della 2a Compagnia. Come tutti i preti ha predicato bene e razzolato male, in particolare sotto le sequoie; per questo - prima di essere cacciato- gli abbiamo appioppato lo pseudonimo di Yosemite. Le sue magistrali imitazioni si S.Ten Angioni e Ten D'Ortenzio risuonano ancora nelle nostre orecchie, mentre rimangono nella memoria le sue esercitazioni sempre "in bianco" (tranne al lancio della bomba), e l'instancabile lotta controriformistica e censoria contro le bestemmie (del sukkia) e la sana lettura delle pornossi. AAA. Cercasi ancora sua maglietta dolcevita.

DE BERNARDI DANIELE, pomellista capocamerata, 3øletto a DX Fu capocamerata gaudente, grande peccatore e fine psicologo... in una parola: un Mito. Per noi e' e sara' sempre lo scopatore per antonomasia, fondatore del 'debismo', versione aggiornata e molto peccaminosa dell'ormai obsoleto Kamasutra. Quando si ruppe i coglioni se ne ando'

VAROTTO MAURO, settorista, immersore,davanzalista, 4øletto a DX Esemplare di allievo che si muove sempre nei momenti sbagliati (in adunata, sull'attenti: punito!) e parla sempre nei momenti meno opportuni (Comandi: anche lei pero' mi sembra detonato": sette giorni con cazziatone del Tenente di fronte all'intera Compagnia). Da quando ha inventato con il Fanti "Radio I.W.G." e' diventato apprezzato direttore del prive' di Camerata 10, grande trascinatore di folle riusciendo a coinvolgere in balli sfrenati nei corridoi anche personaggi rustici come Zoff. Travolgente in tutte le sue iniziative, ogni tanto tende a lasciarsi andare, ma senza mai perdere la 'bussola'. Tutti ancora lo ringraziano per aver posto fine alla tirannide del Sukkia, infondendo nella camerata il virus dello svacco.

 

 

 

 

 

(Una carta para El Gato)

Lettera al Comandante

 

Carissimo Comandante,

e' un po' difficile dire che ci dispiace lasciare tutto questo... piu' o meno per tutti e' stata dura, dura veramente. Tutti porteranno con loro dei ricordi bellissimi, dimenticheranno presto le pene, le punizioni, le paure, le piste, le pince del periodo S.M.Alp. 163° corso. Essere stati qui sarà per tutti motivo di prestigio e di orgoglio; racconteremo ai nipotini 5 mesi infernali naturalmente esagerando a mille i dettagli. Ma un ricordo comune lo avremo tutti. Un ricordo interpretato all'infinito, incompreso, odiato, amato, violento, amico... imperativo... la figura del comandante.

Abbiamo provato grandi contraddizioni nel confrontarci con lei. Queste nascevano dal fatto che spesso ci siamo trovati a dover obbedire ad una volontà cruda e determinata. Spesso brutale. Un imperativo appunto che la comodità dei nostri salotti cittadini respingeva o non considerava.

Ma c'era anche l'uomo che, per i propri uomini, era sempre in prima linea, per un compito professionale certo, interessi, certo, ma (e ripetiamolo questo "ma"), prima di ogni cosa, per seguire la propria coscienza: dare tutto se stesso per renderci partecipi di una missione che non sentiva solo sua.

Come dimenticare questo nostro amico dopo tutto... giovane e grintoso.. a cui spesso andava stretto insegnarci i passi tattici dalla collinetta del comando. Dio solo sa se avrebbe voluto gettarsi con noi nel vortice del combattimento... Vez, fuck the world! Ci ricorderemo la sua faccia da monello di periferia, i suoi tatuaggi hard, la sua voce possessiva e violenta.

C'e' un momento per l'entusiasmo e un momento per il silenzio comandante. Forse anche lei ha faticato per capirlo nei tempi decisivi della sua formazione. Anche noi adesso ci portiamo a casa questa bella lezione di vita... Vita maledetta!

Grazie

 

 

163° Corso AUC S.M.Alp.
2a Compagnia
SE-CON-DA!!!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Sensazioni

 

"Correre!!!" L'urlo che ci accolse quando, cinque mesi or sono (23 Aprile 1996), varcammo la soglia della scuola militare alpina e che segno' per tutti noi l'inizio di una faticosa ed indimenticabile esperienza.

Quanto tempo e' passato da quel 23 Aprile...

Ricordo chiaramente i nostri visi allampanati, i primi mancamenti dopo interminabili adunate in Compagnia e l'interrogativo che ognuno silenziosamente si pose "Dove sono finito?".

Ricordo la fatica dei primi Pollein e Clou Neuf, ed allo stesso tempo la sensazione di potenza provata sull'Emilius; il sudore versato sui sentieri di gran parte della Valle d'Aosta ed ugualmente l'aumentare dei battiti del cuore prima di sferrare l'attacco a fuoco nelle esercitazioni di squadra e plotone; la rabbia e la tristezza dei lunghi fine settimana trascorsi tra le mura della caserma e l'emozione di raggiungere in cordata la testa del Ruitor.

Come dimenticare la tensione prima degli accertamenti - con relative serate passate in bianco - oppure i primi servizi armati, quando nostre uniche compagne sembravano le stelle?

Quante volte ci è capitato, durante le notti passate fuori, di guardare il cielo, la luna e di sentire il vento sferzante incontrare i tratti mascherati del nostro volto?

Quante discussioni sfociate in litigi e poi tramutate in amicizie ancor piu' salde!

Sensazioni ed esperienze irripetibili che hanno contribuito in maniera determinante a farci tollerare meglio le sofferenze, le asperita' e le difficolta', a farci assaporare piu' intensamente le piccole soddisfazioni: in una parola ad essere piu' uomini.

Mentre il luccichio della quinta stella comincia ad intravedersi - solo leggermente oscurato dalla consapevolezza che per molti di noi sara' l'ultima occasione di stare assieme - ancora una volta e' un grido a caratterizzare il nostro cammino: simbolo d'onore risuonera' per sempre nelle nostre menti e nei nostri cuori: SE-CON-DA!!!