32° A.U.C.

 

 

Sergio Paoletti

Classe 1942, è stato mio compagno di Corso, 32° AUC a Lecce (Caserma Nacci), 10° Compagnia, 3° Plotone. Lo ricordo come un ragazzo educatissimo, gentile, di corporatura medio-piccola. Una domenica pomeriggio mi parlò di Aosta, la sua città e di come si viveva nella Valle. Mi incuriosì e ciò ebbe molta parte nella mia decisione di chiedere gli Alpini come destinazione. Ad Aosta era nel 3° plotone (Sten. Dal Zotto), 1° Compagnia (cap. Riccio). Con dispiacere ho appreso un mese fa la sua scomparsa grazie alla gentilezza di Loris Chabod, che ha contattato telefonicamente Italo Droz, mio caposquadra (la 6°), valdostano di Quart.

 

 

 

Amadio Chilovi

Trentino di Taio, classe 1942, era pure con me alla 10° Compagnia a Lecce, non ricordo il plotone. Ad Aosta era nel 1° (sten Cernoia, un vero gentleman) della 1° Compagnia. Lo ricordo come ragazzo esuberante gioviale, divertente, alla mano, sempre pronto allo scherzo, alla battuta. Una domenica pomeriggio, dormiva beato in branda (era proibito anche allora) e io lo ribaltai di botto. Tarchiato, statura medio-bassa, bel fisico adatto alla montagna, era uno dei migliori del polotone e mi diede parecchi consigli su come si affrontava la fatica in marcia. Tre settimane fa, avuto il suo telefono da un amico dell'Itas Trento, lo chiamai. La moglie mi disse: "Non c'è più".

 

 

Silvano Zucchiatti

E’ andato avanti il 7 marzo 2006. Così, all’improvviso, senza avvertire. Silenzioso, furlan come tutta la sua vita. A Lecce eravamo insieme alla 10°, lui 1° plotone, io 3°. Siamo diventati amiconi. Ad Aosta, io al 2°, lui al 3° plotone della 1ª compagnia. Da lui e dallo sten Fioravanti, poi da Chilovi, ho avuto insegnamenti, incoraggiamenti, consigli su come andare in montagna. Era eccezionale come la sua fame, inestinguibile. Si proponeva per tutti i servizi di ronda per uscire dalla Chiarle e andare a magnà. Ha vinto la classifica dei puniti, 75 giorni contro i miei 74. Ma era il primo in montagna. Lo sten Dal Zotto non l’aveva in simpatia perchè troppo in gamba. Era un alpino eccezionale. Da sten a Tai di Cadore, poi nella tragedia del Vajont si guadagnò un encomio. Più avanti all’8° a Pontebba, promosso capitano. Dopo 43 anni ci siamo rivisti due volte l’anno scorso a Pordenone. Era presidente del CAI. Entrambi siamo mancati al meeting di Aosta del febbraio 2005. Bronchite. Questo inverno, tossiva sempre, «non sto tanto bene», diceva. Se l’è portato via un brutto male. Ho perso un amico vero, appena ritrovato. Non è giusto.

 

 

Carlo Gobbi - 32° A.U.C.