La Penna dell'Aquila

 

 

Aosta. Italia settentrionale. Un manipolo di uomini chiamati AUC sfida ogni giorno mille insidie per prepararsi a diventare ufficiali del glorioso Corpo degli Alpini. Ma solo pochi di loro ce la faranno. Ed ecco che Francesco, il protagonista, si trova in addestramento formale sotto un sole a picco, o a sbalzare nella cacca, o a fare un attacco a fuoco con due metri di neve.

Francesco usa il Garand, il FAL, l'MG, lancia le SRCM; spara al poligono, sbalza, bestemmia punito in caserma, studia in camerata per prepararsi agli accertamenti. Il tutto senza dimenticare l'amicizia, i trabocchetti, la sofferenza, l'odio verso "certi ufficiali", l'amore per il cappello alpino.

Questo libro è, in definitiva, un grande affresco della vita nell'Esercito Italiano alle soglie del nuovo millennio.

 

 

"Si legge tutto d'un fiato!"

("Nardo" Caprioli, Presidente dell'A.N.A. dal 1984 al 1998)

 

 

"E' un'opera significativa."

(Emanuele Principi, autore di "460 all'alba")

 

 

""E' da sballo!"

(Guido Fulvio Aviani, autore di "COMANDI!")


 

 

BOTTA E RISPOSTA CON L'AUTORE
(intervista a cura del Dottor Roberto Onice)

 

"Perché ha deciso di romanzare proprio un corso AUC?"

"Innanzi tutto perché l'ho vissuto in prima persona, quindi ne ho una conoscenza profonda; poi perché gli allievi, in quanto tali, sono considerati meno degli escrementi di bovino aostano, infine, perché un corso AUC altro non è che l'estremizzazione di una anno di naia in un battaglione operativo, concentrata in cinque mesi. "


" A chi si rivolge il suo libro? "

" Agli ufficiali, in prima persona (anche quelli delle altre armi, che hanno vissuto un'esperienza analoga), agli alpini (che troveranno molti parallelismi e capiranno tante cose sui comportamenti dei loro comandanti), e, in generale, a chiunque abbia svolto il servizio militare. "


" A tal proposito, quanto conta il grado dopo il congedo? "

" Dopo il congedo non ci sono più sergenti, tenenti e colonnelli, ci sono solo alpini. Alcuni con la a minuscola, altri con la A maiuscola; e questo, mi creda, indipendentemente dal loro grado. "

 

Ricordiamo che tutti gli utili del libro sono devoluti in beneficenza