Kriegsgefangenen? No! Evadere e combattere

 

 

Sono il figlio di Ezio Micheli, commilitone di Franco Mancini; entrambi allievi Ufficiali della Scuola Militare Alpina di Aosta nel '41, catturati dai tedeschi l'8 settembre 1943 e deportati, sia pure separatamente, a Deblin, nella Polonia Centrale, in un campo di concentramento, dove si sono poi ritrovati.

Assieme ad un altro commilitone, Enzo Boletti, i tre sono poi riusciti a scappare dal campo e sono rimasti a combattere con i partigiani polacchi.

Purtroppo Franco Mancini, rimasto ferito in una grande battaglia, circa due settimane dopo la fuga, fu ucciso in un'imboscata dopo che si era recato in un ospedale per farsi togliere delle schegge di granata da una spalla; fu sepolto in terra polacca, ed i Polacchi lo hanno omaggiato di una medaglia al valore, e lo ricordano sempre.

Mio padre, deceduto nel 1998, aveva scritto le sue memorie riguardo a tutta la storia, dalla cattura alla fuga e alla lotta con i partigiani polacchi, terminandole nel 1990, dopo diversi incontri con altri reduci, trovati presso l'ANA di Monza, che lo avevano incoraggiato a scrivere.

Solamente quest'anno sono riuscito a pubblicarle, sia su carta che in formato elettronico.

 

Marcello Micheli